mercoledì 19 settembre 2007

LA RAGAZZA DEL LAGO


Batte forte il cuore all’inizio di questo “La ragazza del lago”, “noir” provinciale ambientato in una silenziosa località friulana, esordio registico di Andrea Molaioli, che utilizza una sceneggiatura di Sandro Petraglia, adattamento del romanzo di Karin Fossum “Lo sguardo di uno sconosciuto”.
In un piccolo paese, uno di quelli dove si conoscono tutti, una bimba viene invitata a salire su un auto da uno sconosciuto che scopriamo poi essere Mario (Franco Ravera), anima buona e semplice del borgo, una di quelle persone che non farebbe del male ad una mosca e vuole solo mostrare un enorme coniglio alla sua giovane amica. Temiamo il peggio quando tutto il paese si agita per la scomparsa della ragazzina che scomoda persino il Commissario Sanzio (Toni Servillo, bravissimo), poliziotto del Sud, trasferito in quelle terre, persona dolente, ma capace anche dei suoi bravi scatti d’ira, con problemi familiari di non semplice gestione. La bimba viene ritrovata ma ha visto qualcosa, anzi qualcuno: è la giovane Anna, locale campionessa di hockey femminile, che giace cadavere sulla riva del lago, uccisa da non si sa bene chi. Per il Commissario inizia il consueto “giro” investigativo. I sospetti cadono sul fidanzato, ma sul taccuino dell’ispettore ci sono anche altri personaggi come lo scorbutico padre di Mario (Omero Antonutti), Corrado Canali, conoscente della vittima (Fabrizio Gifuni) e persino il padre di Anna, spezzato dal dolore (Marco Baliani) per l’adorazione nei confronti della figlia.
Lo scorbutico poliziotto inizia a dipanare la matassa, ma i nodi sono tanti e rischiano di aggrovigliare il tutto…
Bell’esempio di poliziesco d’atmosfera, condotto con mano esperta da Molaioli che ha costruito la propria vita artistica lavorando come assistente di regia per autori come Nanni Moretti e Pasquale Pozzessere. Trova il respiro giusto, indovina i personaggi e li modella con una certa abilità e costruisce un ritmo cadenzato e azzeccato, con il suo intreccio che svela a poco a poco tutti gli elementi indispensabili, sia sul versante dell’indagine poliziesca che sugli aspetti privati del Commissario, usufruendo così di un ideale doppio binario, collettivo (il coinvolgimento del paese per l’atroce delitto) e personale.
Nel cast appaiono anche Valeria Golino, Giulia Michelini, Denis Fasolo e Sara D’Amario, mentre i silenzi delle montagne friulane sono spezzati dalle musiche con venature elettroniche di Teho Teardo.
A Venezia è sfilato nella settimana della critica, ma meritava certo un posto in concorso.

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