domenica 16 settembre 2007

IO VI DICHIARO MARITO…E MARITO


Pompieri, “machi”, molto uomini… Figuratevi le reazioni quando si viene a scoprire che due membri della squadra sono uniti in matrimonio. Ma in realtà il matrimonio è una finzione per qualcos’altro…. Succede in “Io vi dichiaro marito… e marito”, il film di Dennis Dugan (forse qualcuno ricorderà il divertente “Gli sgangheroni del 1992, ma nella sua filmografia c’è anche “Un tipo imprevedibile”, dal cui titolo originale, “Happy Gilmore”, Adam Sandler ha tratto il nome della sua casa di produzione), commedia dell’estate in America, con un incasso al botteghino di ben 114 milioni di dollari ed un punta in orgoglio in più per aver tolto la “pole position” al quinto “Harry Potter”. Scritto da un trio di sceneggiatori che annovera anche Alexandre Payne, il regista di “Sideways” (gli altri due sono Barry Fanaro e Jim Taylor, quest’ultimo condivide l’Oscar con Payne proprio per la sceneggiatura di “Sideways”), il film di Dugan segue le tendenze più recenti che trasportano le tematiche a sfondo omosessuale non solo in contesti drammatici, ma anche in momenti di risate e divertimento (la serie tv “Will & Grace” insegna…).
Succede allora che i bravi pompieri Chuck Levine (Adam Sandler) e Larry Valentine (Kevin James), amici per la pelle, siano costretti ad inscenare una relazione gay con tanto di nozze celebrate a Las Vegas, per permettere al vedovo Larry, con due figli a carico, di non perdere i contributi per la pensione. Per Chuck, donnaiolo scatenato, all’inizio è molto dura, ma per l’amico si farebbe davvero in quattro e così si trasferisce a casa Valentine. Si fanno aiutare dall’avvocato Alex McDonough (Jessica Biel) affascinante al punto di mettere in crisi il povero Chuck che si innamora della bella “principessa del foro”, ma non può lasciare Larry in difficoltà. E poi c’è l’acuto investigatore fiscale Clinton Fitzer (Steve Buscemi) sospettoso della finta unione dei due, l’atteggiamento di intolleranza dei colleghi ed il loro capo unità (Dan Aykroyd) che scopre tutto e non vuole beghe nella sua compagnia.
Più rischioso di un incendio, non c’è che dire… Il film è dotato di spunti divertenti nella prima parte (vedi il salvataggio del super obeso da un incendio) ma poi perde di mordente nel suo sviluppo troppo accomodante per arrivare alla classica conclusione finale di riscatto in un processo (il giudice è Richard Chamberlain, così “liftato” da sembrare una statua di cera…) e la soluzione risolutiva che rende tutti felici e contenti. Certo ci si preoccupa nel film delle intolleranze verso gli omosessuali e Chuck e Larry diventano paladini dell’orgoglio gay, portando anche i più timorosi a fare “outing” (è il caso del pompiere Ving Rhames, per anni con il suo segreto custodito gelosamente), ma il prodotto non ne esce del tutto vincente, con qualche punta di delusione per la mancante brillantezza che ci si aspettava maggiormente dalla scrittura di Payne/Taylor.

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