martedì 9 ottobre 2007

Hairspray


Largo alle taglie… larghe. “Hairspray” appartiene alla categoria “film che diventano musical e che ritornano ad essere film”, un po’ come è accaduto a “The Producers”. L’originale “Hairspray” (ribattezzato in Italia “Grasso è bello”) è del 1988, ha nel cast Divine, Deborah Harry e Sonny Bono (e anche Jerry Stiller, allora nel ruolo del padre di Tracy e ritornato nell’ “Hairspray” 2007 come Mr. Pinky) e fa parte della filmografia di John Waters (che compare nel ruolo di Flasher nella nuova versione). Ma non era un musical, anche se la colonna sonora con i suoi standard anni ’50 e ‘60 aveva la sua importanza e nel film si agitava forte la voglia di esserlo.
A riproporlo in teatro non ci è voluta poi tanta esitazione (è apparso nel 2002) e la versione “on stage”, dopo aver calpestato il palcoscenico, rivive al cinema grazie a Adam Shankman che del film è abile regista e coreografo, con la sceneggiatura riveduta da Leslie Dixon.
Si vivacizza così ulteriormente, con musiche stile “sixties” tutte da ascoltare e coreografie da seguire con massima attenzione, la storia di Tracy Turnblad (l’esordiente e simpaticissima Nikki Blonsky), cicciottella dalla mentalità aperta che vive nella Baltimora “divisa” nel 1962, era Kennedy, segue lo stile “capelli cotonati” (da cui la lacca del titolo), non si perde una puntata del televisivo Corny Collins Show, di cui è fan sfegatata assieme all’amica Penny (Amanda Bynes), è “cotta” del bellissimo compagno di scuola Link (Zac Efron, l’idolo del momento per le teen-agers, proveniente da “High School Musical”) e crede nell’integrazione. I tempi stanno cambiando ed anche la televisione, pure se ancora in bianco e nero (ma la vita, si sa è a “colori”): Tracy riesce ad entrare nel programma e fa di tutto perché anche i neri siano uguali agli altri, sconvolgendo l’ordine definito, compresi i genitori Wilbur (Christopher Walken) e Edna (John Travolta con chili di lattex e trucco per una travolgente interpretazione “en travesti”) che però appoggiano la figlia anche per controbattere l’altezzosa Velma Von Tussle (Michelle Pfeiffer) e la figlia Amber (Brittany Snow), convinte di essere le “numero uno” in bellezza e fascino. Problematiche razziste e familiari e tematiche come l’accettazione di se e degli altri e la frenesia del successo ben si amalgamano nel contesto generale, sorretto da un’energia e un’allegria contagiosa dall’inizio alla fine grazie al dinamico “score” e all’impegno globale del cast. Nessun attore sbaglia una virgola (ci sono anche James Marsden, Queen Latifah e Elijah Kelly) e il musical, forte dei 117 milioni di dollari raccolti negli USA, si merita l’applauso pieno, alla faccia del già citato “High School Musical”, prodottino televisivo ma che deve ancora fare tanta strada (anche se abbiamo già il numero due, la versione “in concert” ed una prossima versione cinematografica!) per raggiungere il livello dei veri film musicali come questo…

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