Le stelle sono tante, milioni di milioni… Ma se sul grande schermo ne cade una come minimo ha le fattezze di una bella fanciulla. Esattamente ciò che succede nella fiaba “Stardust”, regia di Matthew Vaughn, già regista di “The Pusher” con Daniel Craig, amico e produttore di Guy Ritchie (nonché testimone di nozze al matrimonio di quest’ultimo con Madonna), marito di Claudia Schiffer ed ora al lavoro sul film dedicato al mitico Thor. La sceneggiatura, dello stesso Vaughn assieme a Jane Goldman è ricavata dal romanzo di Neil Gaiman e Charles Vess, ed è la storia di una stella caduta, un giovanotto che cerca di recuperarla per farne dono alla ragazza più bella del villaggio di Wall (così chiamato per via di un lungo muro che separa l’abitato da un luogo misterioso), una strega perfida che cerca il cuore della stella per ricavarne la pozione per l’eterna giovinezza, una nave pirata con un bizzarro comandante dai modi apparentemente burberi a caccia di fulmini e sette fratelli in lotta tra loro per la conquista del trono di un magico regno.
Ingredienti sfiziosi ed il prodotto finale risulta davvero convincente con un apprezzabile mix di avventura, romanticismo, magia, ironia e qualche simpatica “trasgressione”, adatta però ad un pubblico familiare (Robert De Niro in abiti femminili…).
Originariamente destinato a Terry Gilliam che ha reclinato l’invito per “riposarsi” dalle favole dopo “I fratelli Grimm”, “Stardust” non ha però trionfato al botteghino americano e non si capisce il perché, vista la gradevolezza dell’insieme e la presenza di un ricco cast che oltre al già citato De Niro (capitan Shakespeare) vede impegnati la bellissima Michelle Pfeiffer nei panni della strega Lamia, con il fascino che si “sgretola” (un monito all’eccessivo ricorrere dei lifting?) a poco a poco, il giovane Charlie Cox nei panni del protagonista Tristan, Claire Danes in quelli della stella Yvaine, Sienna Miller per la “desiderata” Victoria, la giovine per cui Tristan va alla ricerca dell’astro caduto dal cielo e poi Mark Strong nei panni del cattivo Septimus, Ricky Gervais in quelli di un astuto mercante ed apparizioni speciali di Peter O’ Toole (il vecchio re) e Rupert Everett, il fratello chiamato Secundus, che si diverte ad interpretare il ruolo di un fantasma con il volto schiacciato.
Il ritmo incalza man mano che si procede nella storia, le suggestioni ci sono tutte (bella la nave pirata metà veliero e metà mongolfiera), la Pfeiffer ammicca seducente e si diverte a fare la cattiva (del resto aveva già fatto la “strega di Eastwick”) e la famiglia si può felicemente riunire in una sala cinematografica.
Dimenticavo, ci sono anche delle “stelle” ritornate nel firmamento del pop, ovvero i “Take That” a cui spetta il compito della canzone finale sui titoli di coda…
Paolo Pagliarani
mercoledì 17 ottobre 2007
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